Giuseppe
Patania pittore dell'alta borghesia
favarese dell'ottocento di Carmelo Antinoro
Giuseppe Patania nacque il 18 gennaio 1780 da Giacinto (caffettiere e sarto) da
Acireale e Giuseppa D’Anna (levatrice) ed abitò sin da piccolo a Palermo.
All’età di 7 anni iniziò a frequentare la bottega di uno scultore e a 10 anni è
stato introdotto nello studio di Giuseppe Velasquez. Dopo cinque anni lasciò il
Velasquez e continuò
gli studi da autodidatta, frequentando l’accademia del nudo, dove maturò il
proprio stile. Nel 1803 esordì come ritrattista e due anni dopo, chiamato dal
console di Spagna, si recò a Mayone e Minorca, dove eseguì diversi dipinti. Nel
1805, all’età di 25 anni è stato colpito da una malattia che lo ha costretto a
rimanere segregato a casa durante i mesi freddi. Nel 1807 ha firmato
l’autoritratto e gli anni che seguirono furono un continuo proliferare di opere.
Nel 1832 ha sposato la vedova Narda Bucalo.
La sua abilità è stata apprezzata
anche dall’alta borghesia favarese del suo tempo, quella che, oltre agli
interessi economici curava anche quelli culturali. Nel 1838 ha dipinto un
ritratto per il giudice di Favara. Nel 1840 ha prodotto un quadro a sfondo sacro
per il barone Giuseppe Mendola e due ritratti per il marchese vecchio Giuseppe
Cafisi e per il defunto padre Stefano, su suggerimenti e ricordi (Stefano Cafisi
era l’amministratore dei beni del marchese di Favara e dopo la sua morte
avvenuta nel 1833, quando il bilancio comunale annuo ammontava mediamente a
3.000 onze, da una sommaria inventariazione dei beni da lui lasciati, gli è
stato stimato un patrimonio di circa 128.000 onze). Negli anni 1841, 1847, 1848
e 1849 ha firmato altri dipinti per la famiglia Cafisi, riproducenti ritratti,
scene sacre, di famiglia, storiche, mitologiche e tratte da romanzi.
Nella foto:
Ritratto della famiglia di Francesco Saverio Cafisi, della moglie Maria Stella
Giudice, della figlia Giuseppa col genero barone Giuseppe Morreale di Aragona,
altre due figlie e la nipotina in corrozzina.
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